Pangamut
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Pangamut
Pangamut il combattimento totale a mani nude del kali flippino
Con i termini Panantukan, Cadena De Mano, Pangamut, Sinumbagay, Suntukan, Hubud Lubud e Mano y Mano, prende il nome la parte del combattimento totale a mani nude delle arti marziali Filippine.
Ogni termine dipende dal maestro e dalla zona di origine, ma hanno in comune lo stesso significato “Combattimento Totale”, che prevede l’impiego di tutte le armi del corpo durante uno scontro reale.
Oggi per identificazione comoda e universale, il termine più diffuso è il Panantukan, grazie al M. Dan Inosanto, il più grande divulgare a livello mondiale delle arti marziali filippine oggi vivente.
Punti di vista
Nonostante il combattimento a mani nude sia ampio e completo, c’è gente che interpreta il sistema come una forma di pugilato che fa uso anche dei gomiti, altri si sforzano ad includere anche le ginocchiate, e durante la pratica fanno si che il tutto si limiti ad uno scambio di colpi.
Queste interpretazioni sono vere solo in parte, in particolare nella fase dello scambio dei colpi.
Si! perché il combattimento a mani nude usa i principi ed i concetti del combattimento con le armi: bastone, coltello, doppio bastone, spada y daga, doppio coltello ed è con quest’ultimo che si va a perfezionare il tutto, perché nel combattimento col coltello vige il principio “tocca e non devi essere toccato”, perché stiamo parlando di sopravvivenza di combattimento reale, dove in gioco c’è la nostra vita e quella dei nostri cari, per questo secondo me lo scambio di colpi non è una verità completa.
L’Arnis tradizionale
Gli stili tradizionali antichi, chiamavano il combattimento a mani nude semplicemente Mano y Mano (vedi Arnis Koredas Obra Mano e arnis Ricarte),che comprende anche la fase di studio del mani nude contro le varie armi.
Nell’Arnis classico, la tradizione vuole che il Mano y Mano, rispecchia l’estensione dei concetti studiati nel combattimento con le armi: bastone, coltello, doppio bastone, spada y daga, doppio coltello ed è con quest’ultimo che si va a perfezionare il tutto, perché nel combattimento col coltello vige il principio “tocca e non devi essere toccato”, e qui subentrano: movimento, tempismo, colpo d’occhio, schivate, parate, blocchi etc…
Gli attacchi studiati con il bastone e col coltello, le traiettorie lo sviluppo della forza, la velocità di esecuzione, ed i bersagli, hanno un’ottima applicazione con il mani nude specialmente quando si usa la mano aperta che colpisce sia di palmo che con il dorso, con le dita agli occhi ed alla gola come se fossero pugnalate. Le tecniche di parata, i blocchi, i deviamenti degli attacchi avversari, le schivate, praticate con il bastone ed il coltello e assimilate nel modo più realistico possibile, vengono poi anche applicate in uno scontro a mani nude contro persone armate e non.
Amador Chaver, combina il dumog (lotta filippina), con le tecniche a mani nude dell’Arnis.
Il mani nude di Chavez, è costituito da: calci bassi, pugni, gomitate, ginocchiate, schiaffi, testate e addirittura i morsi naturalmente nel corpo a corpo.
La sua filosofia del combattimento reale, era molto diretta e coincisa, la difesa come anche l’attacco deve coinvolgere tutte le parti del corpo per colpire, bisogna colpire con i pugni come anche con i calci, ginocchiate e gomitate si deve colpire da qualunque posizione e traiettoria, colpire con l’avambraccio, di spalla con la testa, ma la cosa più naturale con cui bisogna colpire e con la mano aperta, perché libera da rigidità forzate permette a tutto il corpo di essere libero.
La fama di combattente che Chavez aveva accumulato, aveva suscitato invidie e gelosie, fino al punto di doversi difendere in molti agguati da istruttori e maestri, perché Chavez si rifiutò di insegnare il suo stile.
Durante un’agguato, Chavez (disarmato) fu circondato da due uomini armati di bastone kamagong e macete in un luogo pubblico. Chavez disarmò e colpi l’uomo col bastone, girandosi colpi e apri il cranio del secondo uomo.
Nel’arnis Koredas troviamo lo stesso concetto per il combattimento, con la differenza dell’approccio, nel senso che il koredas si studia con un bastone lungo circa 55 cm.. e di conseguenza la distanza tra gli avversari è molto vicina.
Il vantaggio è, studiando a questa distanza molto ridotta con il bastone, portare le tecniche al mani nude è davvero semplice.
L’atteggiamento che abbiamo col bastone a corta distanza è come se fossimo a mani nude. Questo perché, attacco e contrattacco e davvero immediato, perché si è molto vicini, di conseguenza subentra immediatamente la mano sinistra, sempre vigile, sempre attiva, pronta a bloccare, deviare, e a rispondere.
Quindi, quando ci si allena al mani nude del koredas, le tecniche, le applicazioni, etc… e tutto già pronto già interiorizzato attraverso il bastone, ma con la mentalità, la visione a mani nude.
Si può concludere, dicendo che nell’arnis classico/tradizionale il mani nude è la conseguenza dello studio delle armi, mirato sempre al combattimento reale e senza regole.
E permettetemi la massima di Niccolò Macchiavelli : Il fine giustifica i mezzi.
E aggiungo a mali estremi, estremi rimedi.
Programma di studio
Il programma di studio a mani nude che ho messo a punto:
- Sikaran : calci bassi e ginocchiate alla lunga e corta distanza
- Panantukan: pugni, schiaffi, avambraccio, gomitate, testate
- Dumog/Buno : lotta corpo a corpo con percussioni
- Cadena de mano: esercizi per la sensibilità
- Tranghkada : leve e chiusure articolari